II Meeting Nazionale AiSDeT: il 25 novembre la tavola rotonda su continuità assistenziale e connected care

La continuità assistenziale, la presa in carico del paziente e l’accelerazione delle partnership tra settore pubblico e privato nella progettazione di soluzioni e servizi per la Connected Care, così come previsto dal PNRR saranno alcuni degli argomenti su cui si concentrerà la talvolta rotonda “Continuità assistenziale e Connected Care” in programma il giorno 25 novembre, alle ore 09.50, nell’ambito della seconda giornata del meeting AiSDeT.

La tavola rotonda sarà introdotta e moderata da Angelo Vacca (Consigliere AiSDeT e Direttore Direttore U.O.C. Medicina Interna AOU Policlinico Bari) e Attilio Guarini (Consigliere AiSDeT e Direttore Area Medica IRCCS Oncologico Bari) e vedrà la partecipazione di Sandra Antoniazzi (Cardioline).

“Questi mesi di pandemia, purtroppo ancora in corso, hanno evidenziato un vero e proprio “scollamento” tra i pazienti isolati nelle proprie case (in particolare quelli appartenenti alle categorie più fragili, talvolta privi di supporto umano e tecnologico) e mondo ospedaliero, impegnato a sua volta a rispondere alle tante criticità emerse nell’emergenza” – racconta Sandra Antoniazzi, AD Cardioline, intervistata da AiSDeT – “Questo scenario ha mostrato l’urgenza di attivare tutti gli attori in campo, nel pubblico e nel privato, nell’attivare e assicurare la continuità assistenziale al paziente andando oltre le criticità, le visioni brevi o lungo periodo, le differenze territoriali e i limiti tecnologici: su questo, il PNRR offre l’occasione per fare sistema e imprimere una spinta propulsiva importante sull’attivazione di progetti per la salute che segnino davvero un cambio di passo e superino questo attuale scollamento”.

“Per fare questo – aggiunge – dobbiamo mettere in campo nuovo modello di innovazione, che si deve fondare sulla “co-progettazione” di medio-lungo termine, con il coinvolgimento di tutti gli attori pubblici e privati e che metta al centro, finalmente, l’utente” – aggiunge Antoniazzi, sottolineando come ad oggi non esistano particolari limitazioni di tipo tecnologico e ponendo l’accento, quindi, sulla necessità di ragionare in termini di processo e qualità del servizio centrato sui bisogni dell’utenza.

“Le imprese innovative che operano nel campo delle tecnologie per la salute sono chiamate a rispondere a precise responsabilità. Per questo è importante operare una valutazione della moltitudine di soluzioni offerte e presenti dal mercato, individuando con chiarezza quelle che rispondono a requisiti di scientificità e siano costruito rispondendo ai requisiti dell’utenza, dei pazienti e degli operatori, e possano dunque essere messe a sistema. Infine, l’accelerazione che il settore privato può imprimere ai processi di innovazione non può che andare a beneficio di tutto il settore nonché della popolazione stessa, la cui domanda di servizi avanzati per la salute è sempre più sofisticata e consapevole e, per questo, bisognosa di risposte chiare e immediate. Solo con una corretta co-progettazione dei servizi e dei processi saremo in grado di aiutare i pazienti a superare ogni confusione a- conclude Antoniazzi – e sentirsi tutelati da un sistema sanitario efficiente e sempre presente, anche nei contesti più difficili”.

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