II Meeting nazionale AiSDeT – 25 novembre ore 11.50 – Lo stato della Telemedicina nel Sud Italia. Presentazione dei risultati dell’indagine promossa da AiSDeT, Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università Federico II di Napoli e Unione Industriali di Napoli

L’indagine, iniziata a gennaio 2020 e conclusa a marzo 2021, ha avuto la finalità di analizzare, con un approccio esplorativo basato sulla metodologia dei casi di studio multipli, lo sviluppo e l’implementazione di progetti di Telemedicina (Telemedicina specialistica, Telesalute e Teleassistenza) nel Meridione d’Italia.

Le domande della ricerca, che hanno ispirato lo studio dei casi, sono state indirizzare a individuare:

– le principali e più diffuse finalità dei progetti di Telemedicina nell’ambito territoriale in esame e a quali specifici servizi di Telemedicina hanno fatto riferimento e a quali tipologie di pazienti;

– i fattori che ostacolano o abilitano l’adozione e lo sviluppo dei progetti di Telemedicina;

– quali, tra i fattori critici evidenziati in letteratura (tecnologici, organizzativi, istituzionale e territoriali) sono quelli che influenzano in modo più significativo lo sviluppo dei progetti di Telemedicina;

– quali categorie di fattori assumono, prevalentemente, il ruolo di fattori abilitanti;

– quali categorie di fattori assumono, prevalentemente, il ruolo di fattori ostacolanti;

– quale contributo possono fornire gli stakeholder istituzionali e territoriali per rafforzare il ruolo dei fattori abilitanti e mitigare quello dei fattori ostacolanti, per fare in modo che possano aumentare, anche nell’Italia meridionale, il numero di progetti di Telemedicina di successo e l’offerta di nuovi servizi di telemedicina. La metodologia utilizzata è stata quello dello studio di casi

Il campione è stato costituito da 13 casi, che hanno fatto riferimento alle regioni centro-meridionali (Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna), su tipologie diverse di strutture sanitarie (ASL, AO, AOU, IRCCS) e in riferimento a contesti sia pubblici che privati.

Sono stati coinvolti nelle interviste: i responsabili dei progetti di Telemedicina, i partecipanti al team di progetto (personale sanitario, personale paramedico, amministrativi); i responsabili dell’area ICT/gli esperti tecnologi (interni o esterni all’azienda) che hanno collaborato al progetto.

Le interviste sono state precedute dall’acquisizione e dall’analisi di variegate fonti di informazione, dai documenti aziendali relativi al progetto oggetto di indagine (report preliminari, slides relative a presentazioni aziendali, laddove disponibili verbali delle riunioni del gruppo di progetto), agli articoli relativi al progetto pubblicati su quotidiani locali o su riviste del settore, alle memorie relative al progetto, presentate dal responsabile del progetto in occasione di convegni e workshop a ulteriore documentazione reperita attraverso ricerche in rete.

I risultati dello studio hanno consentito di evidenziare i fattori che, in base all’analisi della letteratura internazionale, sono stati presi in esame:

    • fattori organizzativi: orientamento alla telemedicina da parte degli operatori sanitari e del management; esperienze pregresse di telemedicina; ricorso a procedure e sistemi di coordinamento nel corso dello sviluppo dei progetti di Telemedicina; capacità di Project Management;

    • fattori tecnologici: complessità e costi delle tecnologie utilizzate; competenze informatiche degli operatori sanitari; supporto da parte dei fornitori di tecnologia; supporto da parte dell’area ICT aziendale;

    • fattori territoriali/istituzionali: normative regionali per il supporto della telemedicina; sistemi di tariffazione per i servizi di telemedicina; finanziamenti regionali per i progetti; risorse e progetti per l’alfabetizzazione informatica dei pazienti che potrebbero usufruire del servizio di telemedicina.

I risultati dettagliati dell’indagine saranno presentati il 25 novembre alle ore 11.50, nella giornata dedicata a “Gli ecosistemi digitali per il sostegno alla continuità assistenziale e di cura. La presa in carico del territorio”.

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